lunedì 20 febbraio 2012

Salviamo l'informazione in lingua italiana nel Saarland

No alla chiusura della trasmissione "Mezz'ora italiana" trasmessa dalla S.R.

Pubblichiamo la lettera inviata dal Presidente del MediaClub Renzo Brizzi al Console Generale  di Francoforte.

Egregio Console Generale Dr. Cottafavi,
in qualità di presidente del MediaClub Germania, un'associazione di giornalisti italiani e di origine italiana affiliata alla FNSI, mi permetto di chiederLe informazioni sulle ragioni della chiusura della trasmissione „Mezz'ora italiana“, trasmessa dall'SR.
La nostra associazione che annovera, accanto a rappresentanti di media italiani in Germania, numerosi redattori e collaboratori che operano nei media tedeschi per le trasmissioni per stranieri, trova questa decisione, da chiunque sia venuta, incomprensibile e dannosa per la comunità italiana.
Lei sa, esattamente come noi, quanto la comunità italiana abbia bisogno di una rete informativa che faccia circolare la comunicazione interna e che faciliti i rapporti tra di essa e le istituzioni sia italiane che tedesche. A tutt'oggi, tranne alcune eccezioni come Radio Colonia o periodici di ispirazione cattolica, nessun quotidiano e nessuna televisione, in Italia e Germania, nonostante il rapido sviluppo tecnologico, prevede spazi dedicati alla comunità italiana.
Questa insufficiente considerazione e questa faticosa circolazione di informazioni si ripercuote negativamente sull'autostima della nostra comunità ostacolandone il processo di integrazione.
Non vediamo nessun motivo, quindi, per la chiusura di „Mezz'ora italiana“ che esiste da 50 anni.
Riteniamo invece più che mai urgente e necessario riflettere su modelli del passato, non per sbarazzarsene, che è la decisione più facile e meno coraggiosa, ma per richiedere agli interlocutori tedeschi maggiori e più moderni spazi per la più grande comunità in Germania appartenente ad un paese dell'UE. ( Almeno finora ).

Sarei molto lieto di avere da Lei una gentile risposta.

La prego di gradire i miei più distinti saluti

Renzo Brizzi
Presidente del MediaClub Germania

 15 Novembre 2011
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La Rai può cambiare se si nominano vertici competenti e di valore

Lettera aperta alla ministra alle Pari opportunità Elsa Fornero

Cara Professoressa Elsa Fornero, due giorni fa GIULIA, la rete delle Giornaliste Unite Libere Autonome, più di 500 ormai in tutta Italia, Le aveva chiesto di non spegnere il televisore ma di aiutarci a cambiare la televisione.

Il Festival di Sanremo, una edizione da più parti criticata per gli scivoloni grossolani, si è chiuso con la vittoria di tre giovani e brave cantanti, con il primo premio a Emma che era stata con noi sul palco di Se Non Ora Quando l'11 dicembre a Roma, vincitrice con una canzone sui precari.

Un "Giano bifronte", questo Festival, che mentre fa vincere tre giovani donne, per cinque sere ha veicolato e riproposto con prepotenza un'immagine offensiva della donna che non sta più nella realtà da tempo: come puro ornamento, bell'oggetto da esibire e da mostrare o, ancora, argomento di barzellette e battute che davvero si sperava di non sentire più dopo la stagione politica appena conclusa. Il richiamo al rispetto della dignità delle donne che un anno fa ha riempito le piazze italiane con un milione di persone, dal palco dell'Ariston è stato come cancellato. Ci siamo liberate dalla centralità delle escort nel discorso pubblico per ritrovarci inchiodate all'immagine della Valletta muta, sempre più spogliata come, immobile da decenni, deve essere la donna nell'immaginario maschile . E intorno a lei sguardi lascivi e battutine maschiliste. Un copione in larga parte scritto da uomini. Un linguaggio maschile, fatto di quella "galanteria" non innocua (Morandi che di fronte alla terna del podio tutta femminile dice: "tre donne bellissime", e se fossero state brutte??) che ha odiosi riverberi sottoculturali in chi ascolta e vede.

Le donne italiane non riusciranno a guadagnare il ruolo che sappiamo necessario alla crescita nostra, dei giovani e del Paese, né a liberarsi della violenza maschile di cui sono scandalosamente vittime, se non cambierà il rapporto tra uomini e donne. E questo passa in larga misura attraverso l'informazione e la cultura pop che i mass media veicolano. Cambiare l'informazione, tutta, è uno degli scopi per i quali è nata GIULIA. Anche la Rai, che deve tornare ad essere "la più grande industria culturale del Paese". Questo Festival ne riflette la crisi: aziendale e culturale.

Se cambia la Rai, le ricadute potrebbero essere positive per l'intero sistema dei media. La Rai è una grande azienda pubblica e tale vogliamo che resti. E' un'azienda piena di risorse professionali straordinarie al suo interno, troppo spesso mortificate e accantonate. Ma perché torni ad essere un volano di crescita culturale per l'Italia, deve recuperare una missione: quella di costruire nel Paese una "maturità di genere" e una società duale in cui il valore della cultura torni ad essere quello che all'Italia spetta di diritto per la sua storia. Il Governo di cui Lei fa parte ha la grande occasione. C'è un'occasione per riformarla e per nominare nuovi vertici: una chance da non perdere, una sfida che potrà essere vinta se saranno chiamati ai vertici donne e uomini con coraggio e competenza che sappiano esprimere una visione di alto profilo per attuare quel cambiamento culturale non più rinviabile che chiedono le donne.

GiULiA - giornaliste unite libere autonome
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domenica 19 febbraio 2012

Chiusura di Rai International

APPELLO DI RAI INTERNAZIONALE AI TELESPETTATORI : CONTRO I TAGLI FATE SENTIRE LA VOSTRA VOCE

ROMA\ aise\ - "I tagli dei fondi destinati a Rai Internazionale comunicati dalla Presidenza del Consiglio determineranno la chiusura di molti dei programmi della nostra testata". Lo rende noto il Comitato di redazione di Rai Internazionale in un comunicato sindacale."Se non ci sarà un ripensamento - scrive il Cdr - probabilmente non saremo più in grado di offrirvi il programma "Italia chiama Italia". Chiediamo a tutti voi telespettatori di far sentire la vostra voce perché - conclude la nota - questa testata di Rai Internazionale possa continuare a svolgere la propria fondamentale missione di servizio pubblico e voi possiate continuare a fruirne quotidianamente". (Venerdì 25 Novembre 2011). Continua a leggere!